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lunedì 13 febbraio 2017

IL BULLISMO

Negli ultimi tempi, giornali e telegiornali trattano di vicende assai gravi:



gruppi di ragazzini e ragazzine che picchiano e filmano l’ aggressione.
In Italia viene considerato “bullo” una persona esibizionista, molte volte sbruffone, che ama fare il gradasso e che la maggior parte delle volte si approfitta dei più “deboli”.
In verità, il bullismo non è una forza, ma debolezza e il perché lo si capisce ragionando: se un ragazzo picchia o minaccia un altro individuo è per sentirsi forte, e gli fa piacere sentirsi così perché non riesce a esprimere in un altro modo
le sue “doti”.


Secondo me, non serve essere violenti per far vedere che si è forti: basta essere gentili ed educati; in questo modo si dimostra anche di avere un buon carattere.
Una cosa però è certa: i bulli hanno i loro problemi e cosa ancor più certa, non sono seguiti dai loro genitori, i quali non stando vicini ai figli per diverse ragioni, hanno dei “sensi di colpa”.
I bulli di solito cercano di attirare l’ attenzione di altre persone e perciò si comportano stupidamente.
Infatti pensano che la prepotenza regni; in qualche scuola i prepotenti sono ammirati dagli altri, riescono ad ottenere ciò che vogliono e hanno meno problemi di essere vittime di altri simili.
Sono aggressivi e impulsivi, compiono azioni senza pensare alle conseguenze; trovano divertente dominare sugli altri, soprattutto quando poi si fa parte di un gruppo che molesta qualcuno. Inoltre se un bullo continua a esser prepotente per un determinato periodo, perde la “paura e la compassione” per gli altri.
Io un bullo lo definisco come ho appena scritto, e in parole più semplici, lo vedo come un debole che ha bisogno anche del giudizio degli altri per sentirsi più forte.
Ci sono poi dei gravi episodi, accaduti sempre per mano dei bulli.

A Bari, per esempio, un ragazzino di tredici anni è stato ricoverato in ospedale per una lesione al timpano dopo che cinque suoi compagni di scuola lo hanno bersagliato con petardi che sono esplosi addosso al tredicenne.
Un altro episodio di bullismo si è svolto in un’ altra scuola di Bari dove altri sei ragazzini, tra cui tre ragazze, hanno costretto per più giorni una ragazzina, facendole fare docce fredde nei bagni degli spogliatoi della scuola.


Quando ho sentito tutto ciò, sono rimasto scosso, per di più deluso dall’atteggiamento di altri adolescenti che anno all’ incirca la mia età.
Più che altro, sono rimasto sorpreso nel sapere che anche tra le ragazze c’è il fenomeno del bullismo.
Di sicuro, questo si nota di più nei maschi; per le femmine però è diverso: incominciano a creare i loro “gruppetti” fin dalle elementari e man mano che crescono diventano più cattive. Sembrerebbe che siano in “competizione” con i loro compagni maschi: infatti sono molto più aggressive e spietate.
Ma tutto ciò deve pur avere un inizio!
Questi ragazzi diventano così prendendo esempio dai loro coetanei, fratelli o genitori stessi.
Se un bambino cresce in mezzo all’ aggressività e alla cattiveria, sarà molto difficile che da grande sia buono e gentile, ma anche perché gli manca l’educazione.

Secondo me, sarebbe molto utile la presenza di un bravo psicologo nelle scuole: i ragazzi con questi problemi, segnalati dagli insegnanti e dal preside stesso, dovrebbero fare degli incontri con queste persone in modo da capire il perché del loro atteggiamento irresponsabile e cercare di correggerlo.

È importante correggere l’ atteggiamento dei bulli: prima si provvede, maggiore sarà la probabilità
che il ragazzo o la ragazza cambi.

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